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Visibilità, una parola chiave

Visibilità, una parola chiave
Che cosa significa oggi visibilità? Cosa significa farsi trovare, farsi riconoscere...significa in pratica aumentare il volume di affari di un'azienda, di un'attività commerciale, significa rendere un prodotto, un marchio, un brand conosciuto ai più, desiderato, ricercato, rendersi indispensabili al mercato, significa dare luce ad un personaggio, dargli voce e parole, renderlo riconoscibile e affidabile.. Visibilità è oggi il sostantivo chiave della Comunicazione. Pubblicità è un vecchio nome ma non esiste più, esiste la Comunicazione, quella con la C maiuscola, perché ormai ha fagocitato tutto quanto significa DIRE, PARLARE, RACCONTARE, MOSTRARE… Ecco perché 365 modi per dire agli altri chi sei e cosa fai perché ogni giorno c’è una nuova idea per parlare di te e noi ce l’abbiamo. Comunicare ormai è il senso definitivo del porgersi agli altri, è l'immagine delle parole, parole che si muovono e raggiungono l’obiettivo, il pensiero che diventa messaggio. Ma non solo, non c’è soltanto l’immagine, e nemmeno solo la penna o la tastiera: c’è la voce. La voce che dice, che annuncia, che racconta, la voce che parla di te... Le soluzioni sono davvero molteplici, sfaccettate e assolutamente creative. Chiedi di noi...verificherai che possiamo essere una garanzia per la tua promozione sociale!!

Dire, fare, parlare, trecentosessantacinque modi per dire agli altri chi sei e cosa fai...

Comunicare l'un l'altro, scambiarsi informazioni è natura; tenere conto delle informazioni che ci vengono date è cultura"
Johann Wolfgang Goethe






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martedì 3 maggio 2011

Il Fotogiornalismo

Trascurato, sottovalutato, conosciuto perlopiù in maniera sommaria e secondo un’accezione impropria che ne presume la limitata "artisticità", il fotogiornalismo rimane ancora uno degli ambiti più penalizzati da coloro che si interessano di fotografia. Eppure il fotogiornalismo ha svolto un impareggiabile ruolo nell’affermazione del medium fotografico come grande comunicatore di massa, partecipando in prima linea a quel processo tecnologico e culturale per il quale l’attuale società viene configurata come una "civiltà dell’immagine". In questo senso nessun genere di fotografia può minimamente vantare la stessa rilevanza sociale, la stessa capacità di incidere sui tempi e di modificare i costumi dell’uomo contemporaneo, riconoscibile a quella giornalistica. È il fotogiornalismo ad aver gettato le fondamenta di quel villaggio globale dell’informazione che televisione e telematica hanno poi sviluppato in maniera tanto dirompente; è con il fotogiornalismo che è altresì iniziato quel mutamento radicale nella mentalità di massa per il quale attribuiamo una tale verità alla rappresentazione del mondo propagata dai media dell’immagine da identificarla integralmente con il mondo stesso. È infine il fotogiornalismo ad aver introdotto nelle arti visive una nuova estetica fondata innanzitutto sul valore documentale della fotografia, sulle imprevedibili capacità conoscitive e rappresentative dell’«istante decisivo», su un’immediatezza comunicativa che tende ad annullare le differenze tra la sensazione diretta della realtà e quella delle sue riproduzioni analogiche.

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