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Visibilità, una parola chiave

Visibilità, una parola chiave
Che cosa significa oggi visibilità? Cosa significa farsi trovare, farsi riconoscere...significa in pratica aumentare il volume di affari di un'azienda, di un'attività commerciale, significa rendere un prodotto, un marchio, un brand conosciuto ai più, desiderato, ricercato, rendersi indispensabili al mercato, significa dare luce ad un personaggio, dargli voce e parole, renderlo riconoscibile e affidabile.. Visibilità è oggi il sostantivo chiave della Comunicazione. Pubblicità è un vecchio nome ma non esiste più, esiste la Comunicazione, quella con la C maiuscola, perché ormai ha fagocitato tutto quanto significa DIRE, PARLARE, RACCONTARE, MOSTRARE… Ecco perché 365 modi per dire agli altri chi sei e cosa fai perché ogni giorno c’è una nuova idea per parlare di te e noi ce l’abbiamo. Comunicare ormai è il senso definitivo del porgersi agli altri, è l'immagine delle parole, parole che si muovono e raggiungono l’obiettivo, il pensiero che diventa messaggio. Ma non solo, non c’è soltanto l’immagine, e nemmeno solo la penna o la tastiera: c’è la voce. La voce che dice, che annuncia, che racconta, la voce che parla di te... Le soluzioni sono davvero molteplici, sfaccettate e assolutamente creative. Chiedi di noi...verificherai che possiamo essere una garanzia per la tua promozione sociale!!

Dire, fare, parlare, trecentosessantacinque modi per dire agli altri chi sei e cosa fai...

Comunicare l'un l'altro, scambiarsi informazioni è natura; tenere conto delle informazioni che ci vengono date è cultura"
Johann Wolfgang Goethe






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sabato 30 aprile 2011

Ciò che vedo in Città - Wall Poetry

Poesia popolare a Caserta, dipinta alla bell'e peggio su di un muro a Via Settembrini.














Il testo cita fedelmente così: "Per amore non si muore, si sta male nel cuore! Non facciamo questo sbaglio, uccidiamo questo orgoglio. Facciamo pace piccola".
Non è firmato, ma l'autore di questa chicca urbana merita un plauso per romanticismo, simpatia ed ironia. Molto meno per aver imbrattato il palazzo.
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venerdì 29 aprile 2011

Ciò che vedo in Città - Caserta, City of Bikes


Ma quante ce ne sono in giro? E non spuntano solo con la primavera... Una città pianeggiante che invita alla mobilità "ecologica", convinta anche da un sistema trasporti mancante di servizi efficienti.
Un piano ciclabile sottoscritto qualche tempo fa che ancora però non viene messo in atto. E le nostre bici, ma soprattutto i nostri bikers vanno in giro...in mezzo al traffico!!
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giovedì 28 aprile 2011

Ciò che vedo in Città - Panchine "artistiche" a Piazza Vanvitelli









Le famose panchine "nuovelle art" di Piazza Vanvitelli, Caserta. Appositamente ideate per una sosta...ehm, non troppo lunga!




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lunedì 25 aprile 2011

CHI E' IL GHOSTWRITER


Un ghostwriter, letteralmente scrittore fantasma in italiano, è un autore professionista, pagato per scrivere libriarticoli,storiepubblicazioni scientifiche o, in campo musicalecomposizioni, che sono ufficialmente attribuiti ad un'altra persona. Celebrità e leader politici assumono spesso ghostwriters per scrivere o sistemare autobiografie, articoli, discorsi, o altro materiale. Nella musica, i ghostwriter sono usati nella musica classica, nella musica pop, come il country e l'hip-hop o nelle colonne sonore dei film.


La divisione del lavoro tra il ghostwriter e l'autore accreditato può variare di molto. In alcuni casi, il primo è assunto per riordinare una bozza o un manoscritto quasi completato. In questo caso, la linea generale, le idee e molto del linguaggio usato nel libro o dell'articolo sono quelli dell'autore. In altri casi, il ghostwriter svolge il ruolo più rilevante, elaborando e ampliando concetti ed idee di base fornite dall'autore accreditato. In questo caso un ghostwriter dovrà eseguire ricerche approfondite sull'autore o sulla sua area di competenza. È comunque raro che un ghostwriter prepari un libro o un articolo senza nessuna informazione da parte dell'autore; nel caso minimo quest'ultimo fornisce una struttura di base di idee o commenti sulla bozza finale del ghostwriter.

Il ruolo del ghostwriter

Per un'autobiografia, un ghostwriter solitamente intervista l'autore accreditato, i suoi colleghi, i membri della famiglia e ricerca articoli, interviste e filmati (talvolta "fuori onda") sullo stesso autore, per assimilare le sue argomentazioni e i punti di vista.


I ghostwriter vengono assunti per diverse ragioni; in molti casi le celebrità o le figure pubbliche non hanno il tempo, la preparazione o l'abilità di scrittura per scrivere un'autobiografia di diverse centinaia di pagine o un intero libro. Anche se una celebrità ha le capacità per scrivere e per fare un breve articolo, potrebbe non sapere come strutturare e scrivere un lungo libro in modo che sia commercialmente valido. In altri casi, le case editrici usano i ghostwriter per aumentare il numero di libri che possono essere pubblicati con il nome di autori ben conosciuti sul mercato.
Un famoso esempio di scrittore che lavorò molto come ghostwriter è quello di Howard Phillips Lovecraft. 
Remunerazione
I ghostwriter spendono spesso mesi o interi anni nella ricerca, nella scrittura e nel montaggio di lavori per un cliente e vengono pagati in diverse maniere: per pagina, con un forfettario, con una percentuale delle royalties delle vendite o con una combinazione di questi. Farsi scrivere un articolo può costare 4 dollari per parola o più, in base alla complessità dell'articolo.L'agente letterario Madeline Morel afferma che la media degli anticipi richiesti dai ghostwriter per un lavoro varia "tra 30.000$ e 100.000$".  Nel 2001, il New York Times affermò che la parcella che riceverà il ghostwriter per le memorie di Hillary Clinton è probabilmente di 500.000$ dell'anticipo di 8 milioni di dollari per il suo libro, che è quasi la più alta parcella pagata a dei collaboratori". Secondo la Ghostwriters Ink, un'azienda di ghostwriting professionale, questa parcella fissa è solitamente vicina a una media che va da 12.000$ a 28.000$ per libro. Assumendo il ghostwriter per questi prezzi fissi, i clienti tengono per se tutte le royality post-pubblicazione e i profitti.

In Canada, la Writer's Union (un'associazione di scrittori) ha stabilito un tariffario minimo per il ghostwriting. Il pagamento minimo per un libro di 200-300 pagine è di 25.000$, pagati a vari stadi della bozza del libro. Le tariffe per la ricerca sono un extra, al di fuori di questo minimo. In Germania, la tariffa media per un servizio di ghostwriting confidenziale è di circa 100$ per pagina. 

Recentemente si tende a usare il ghostwriting di nazioni orientali, come l'India, per risparmiare sino all'80% del "costo occidentale". I ghostwriter di questi stati, le cui qualità sono alla pari rispetto a quelli statunitensi, inglesi o canadesi, completano libri di 200 pagine per tariffe che vanno dai 3000$ ai 5000$ o dai 12$ ai 18$ per pagina. Questo grosso taglio nei prezzi dei ghostwriter sta incoraggiando un ulteriore outsourcing.

A volte il ghostwriter riceve un parziale credito su un libro, espresso dalla frase "con ..." sulla copertina. Tale credito può anche essere fornito come "ringraziamento" nella prefazione o nell'introduzione. Per i libri non di finzione, il ghostwriter potrebbe essere menzionato come "contributore" o "assistente alla ricerca". In altri casi, il ghostwriter non riceve crediti ufficiali per la scrittura di libri o articoli; nei casi in cui l'autore accreditato o l'editore o entrambi desiderano occultare il ruolo del ghostwriter, potrebbero chiedergli di firmare un accordo di non divulgazione che gli vieta di rivelare il proprio ruolo di scrittore fantasma.

Ghostwriter e diritto d'autore - La questione riguardante il diritto d'autore italiano e il fenomeno del ghostwriting è molto complessa. Il ghostwriting è una forma di "plagio autorizzato": il committente si appropria della paternità dell'opera senza esserne l'autore originale grazie ad un patto che viene concordato tra le due parti. Lo scrittore ombra accetta una somma di denaro in cambio del suo lavoro e del suo silenzio e permette al committente di far liberamente uso dell'opera. I diritti morali, definiti illimitati, irrinunciabili ed inalienabili, appartengono però al ghostwriter, non all'autore fittizio, e inoltre "l'accordo con cui si conviene di attribuire la paternità di un'opera a persona diversa dal vero autore è da ritenersi nullo". Vi sono quindi evidenti contraddizioni, che vengono risolte in questo modo: il patto viene considerato valido e lo scrittore ombra ha il diritto di rivendicare la paternità dell'opera, secondo l'art. 20 L. 633/41, ma con l'obbligo di risarcire il committente per non aver rispettato i vincoli contrattuali. Il ghostwriting inoltre solleva anche un'altra questione: i fruitori dell'opera dovrebbero avere il diritto di sapere chi è il vero autore.

Storiografia - ghostwriter sono ampiamente usati dalle celebrità e dalle figure pubbliche che desiderano pubblicare la propriaautobiografia o le memorie. Il grado di coinvolgimento dello scrittore fantasma in questo tipo di progetti varia da minimo a sostanziale. In alcuni casi un ghostwriter potrebbe essere richiesto soltanto per ripulire, correggere e sistemare una bozza grezza di un'autobiografia o di un manuale, mentre, in altri, scriverà un intero libro o articolo basandosi su informazioni, storie, note e una outline fornite dal richiedente. L'autore accreditato potrebbe anche indicare al ghostwriter che tipo di stile o di tono vuole nel libro.


In alcuni manuali, guide per la dieta o libri di cucina, il libro potrebbe venire interamente scritto dal ghostwriter e la celebrità (per esempio un musicista famoso o una star dello sport) verrà accreditata come l'autore. Le case editrici usano questa strategia per aumentare la vendibilità di un libro per l'associazione con il personaggio famoso. In diversi paesi, prima delle elezioni, i candidati commissionano ad alcuni ghostwriter la produzione di autobiografie per aumentare la loro visibilità,

Un consulente o una persona in carriera potrebbe pagare per avere un libro scritto da un ghostwriter su un argomento della propria area professionale, per stabilire o aumentare la propria credibilità come esperto nel proprio campo. Per esempio, un venditore di successo che spera di diventare uno speaker delle vendite potrebbe pagare un ghostwriter per scrivere un libro sulle tecniche di vendita. Spesso questo tipo di libro viene pubblicato come vanity press, il che significa che l'autore paga per pubblicare il proprio libro. Questo tipo di libro viene solitamente dato ai clienti come strumento di promozione, piuttosto che venduto nelle librerie.

Fiction - I ghostwriter vengono assunti dagli editori di romanzi di finzione per diverse ragioni. In alcuni casi li usano per aumentare il numero di libri che possono essere pubblicati ogni anno da un autore ben conosciuto e con un buono spazio sul mercato. I ghostwriter sono usati principalmente per scrivere lavori di finzione per autori dal "nome" ben conosciuto in generi come gialli, misteri e storie per ragazzi.


Inoltre gli editori usano gli scrittori fantasma per scrivere nuovi libri per serie conosciute dove l'autore è uno pseudonimo. Per esempio l'autore della serie di storie del mistero Nancy Drew, "Carolyn Keene" è effettivamente uno pseudonimo di una serie di ghostwriter che scrivono libri con lo stesso stile usando un modello di informazioni di base sui personaggi del libro e il loro universo inventato (nomi, date, strutture di dialogo) e sul tono e lo stile che ci si aspetta di trovare nel libro. Per questa ragione, vengono spesso dati ai ghostwriter diversi libri precedenti della serie, per aiutarli ad adattare lo stile.
La fondazione della scrittrice romantica V. C. Andrews ha assunto un ghostwriter per continuare a scrivere storie dopo la sua morte, sotto il suo nome e con uno stile simile a quello dei suoi libri originali. Molti dei libri di azione di Tom Clancy, dal 2000, portano il nome di due persone sulle loro copertine, con il nome di Clancy stampato in grande e il nome dell'altro autore più in piccolo. Vari libri che portano il nome di Clancy sono stati scritti da diversi autori sotto lo stesso pseudonimo. I primi due libri nella serie di Splinter Cell sono stati scritti da Raymond Benson con lo pseudonimo di David Michaels.
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Come aprire una Web Radio...



Come aprire una webradio online Siae / Scf e regia online


Aprire una web-radio comporta diversi oneri sia legali che economici vediamo in dettaglio tutti i passi da seguire:
Prima di analizzare a fondo i punti per aprire una web-radio, distinguiamo webradio di tipo commerciale e copyleft.
 - Le prime sono necesseriamente soggette al pagamento SIAE SFC 
- mentre le 2 non avendo gli autori protetto i propri brani siete liberi di usarli nella vostra programmazione.

In quali casi si deve ottenere la licenza SIAE per le utilizzazioni su Internet?

L’uso di opere protette dal diritto d’autore deve essere sempre autorizzato in via preventiva dai titolari del diritto: ciò vale anche per le utilizzazioni in rete. La SIAE concede le autorizzazioni per conto degli autori e degli editori associati alla SIAE ed alle società d’autori ad essa collegate in virtù di accordi di rappresentanza. In particolare, per le opere musicali appartenenti al repertorio amministrato dalle SIAE, la licenza deve essere ottenuta in tutti i casi in cui l’utilizzazione di musica su Internet avviene, per esempio, in una delle seguenti forme:
  • siti “portali” che offrono agli utenti l’accesso guidato alla rete, con l’offerta di canali tematici dedicati alla musica;
  • siti che effettuano la diffusione in streaming di opere o frammenti di opere, video clip, concerti ed altri eventi musicali, dal vivo o in differita;
  • siti che offrono opere musicali in streaming con programmazioni predefinite (webradio);
  • siti che offrono in streaming programmazioni televisive predefinite contenenti opere musicali(webtv);
  • siti che svolgono attività di promozione, distribuzione e vendita mediante downloading di file musicali, in qualsiasi formato di compressione;
  • siti aziendali, industriali, istituzionali che contengono musica come complemento;
  • siti di artisti, autori, editori e produttori fonografici per l’autopromozione delle loro opere musicali;
  • siti che offrono podcasting con contenuti musicali.
Vorrei aprire una webradio: Quale’ la normativa SIAE?
Per regolarizzare l’attività di webcasting (simile a quella delle tradizionali emittenti radiofoniche, per la presenza di un palinsesto e l’assenza di interattività) è necessario sottoscrivere la specifica Autorizzazione della SIAE, che prevede tariffe diversificate in relazione alla quantità di musica presente all’interno del palinsesto della web radio e a criteri soggettivi del soggetto titolare del sito.
La diffusione in simultanea attraverso le reti telematiche di programmi radiofonici (simulcasting) effettuata da imprese, che già svolgono l’attività di diffusione via etere, via cavo o via satellite, e per questo sono già in possesso di una specifica autorizzazione della SIAE, è disciplinata attraverso l’estensione degli accordi in materia di diffusione radiofonica e televisiva, da richiedere alla Sezione Musica Emittenza della SIAE.

Oltre aver pagato la SIAE devo pagare anche la SFC?

Sì, nel caso di diffusione in pubblico di musica registrata. Siae e SCF sono due istituzioni diverse, che gestiscono distinti diritti relativamente a prodotti culturali differenti.
Siae gestisce e tutela i diritti relativi alla composizione musicale (musica e/o testo), sia nel caso venga eseguita dal vivo, sia nel caso venga riprodotta su disco. Tali diritti sono da corrispondere all’autore della composizione e all’editore del brano.
SCF, invece, gestisce e tutela i diritti relativi alla registrazione discografica  (cioè all’incisione su supporto dell’opera musicale). Tali diritti sono da corrispondere al produttore della registrazione e all’artista che ha prestato la propria interpretazione all’incisione.
La registrazione discografica non va mai confusa con la composizione musicaleanche se entrambe sono protette dalla medesima legge sul diritto d’autore.

Quanto costa aprire una web-radio?

La siae, dal suo sito internet e dai contratti ufficiali awr indica che per web radio amatoriali la quota è di 240 euro annui se non si superano i 30 ascoltatori contemporanei, il doppio, se tale quota si eccede.
Vanno inclusi anche i diritti da pagare alla SFC italia.

Quali strumenti posso usare per gestire la programmazione?

In rete se ne trovano molti vi indichiamo alcuni software che permettono un uso amatoriale/professionale della vostra radio.
Shoutcast: E’ un plug-in sviluppato per winamp e permette la pubblicazione. 
Xautomation : Ottima regia automatica
MbstudioMB Studio è un potente software di regia automatica che trasforma il computer in una stazione radio, gestendo tutto l’audio presente sull’hard disk: jingles, spot pubblicitari, notiziari, canzoni.
Riproduce stazioni radio web o satellitari e scarica automaticamente notiziari o rubriche da internet.
Suona, mixa, sovrappone automaticamente voce e musica oppure segue le tue impostazioni. Oltre al player multitraccia, include anche un CD audio ripper. Incorpora anche un jukebox musicale automatico via sms.
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venerdì 22 aprile 2011

Le 10 regole di uno Speaker Radiofonico


Ecco le 10 regole principali per un conduttore radiofonico professionista.Le 10 regole vanno prese come consigli, come suggerimenti, e non come i 10 comandamenti della conduzione radiofonica. Ognuno è libero di seguirle o meno e di suggerire modifiche o nuove regole utili a tutti.http://www.radiospeaker.it/blog/regolespeaker.html



REGOLA N°1: PARLA COME MANGI
Niente di più sbagliato, errore gravissimo che suscita ironie e antipatie negli ascoltatori. Parla come mangi! Immagina di raccontare qualcosa ad un amico, proprio come se fosse lì davanti a te, non usare termini complicati, non cambiare la tua parlata, non andare su e giù con i toni, non allungare le vocali e non impostare la voce. Stai parlando al tuo migliore amico: il microfono.Comincia il nostro tentativo di stilare le regole fondamentali per uno speaker radiofonico. La prima è sicuramente questa: Parla come mangi. Sono tanti gli speaker che, davanti al microfono, cambiano voce e modo di parlare. Improvvisamente iniziano ad allungare le vocali (es: Ciao a tuttiiiiiiiiiiiii, sono le ottooooooooooo e a parlarvi c'è Paolooooooooooo), a parlare con una voce impostata stile Fantozzi con patata in bocca, ad andare su e giù con i toni della voce e ad usare termini che non userebbero mai con un amico.
REGOLA N°2: SORRIDI MENTRE PARLI 
La seconda regola per un conduttore radiofonico è: Sorridi mentre parli. E' una regola che fa riferimento ad uno speaker-intrattenitore, non certo ad uno speaker di informazione o ad un giornalista radiofonico. Sorridere mentre siarla è fondamentale per dare un tono allegro, leggero e brillante a quello che si sta dicendo. La regola va presa alla lettera, nel senso che bisogna sorridere "fisicamente", cioè  labbra tese e guance verso l'alto e parlare sorridendo. (per fortuna in radio non ci vede nessuno, altrimenti qualcuno ci prenderebbe per matti)
Il tono e l'intenzione miglioreranno, diventeranno più allegri e accattivanti, l'ascoltatore si accorgerà della differenza e resterà ad ascoltarvi più volentieri perchè sorridere è contagioso. Mettetevi nei panni di un ascoltatore, preferireste ascoltare una voce neutra, cupa e tenebrosa o uno speaker brillante e sorridente che vi contagia con il suo buon umore? La risposta è nella domanda.

REGOLA N°3: NON ESSERE PROLISSO 
La terza regola fondamentale che ogni speaker radiofonico professionista dovrebbe seguire è:  non essere prolisso. Parlare tanto non è sinonimo di bravura, anzi, è un rischio.
Per spiegare questa regola nel dettaglio è bene partire dalla soglia di attenzione media di un ascoltatore. Di solito non supera i 60 secondi: oltre il minuto l’attenzione di chi ci ascolta comincia a calare vertiginosamente. Pertanto il consiglio che diamo è quello di strutturare il proprio intervento affinché duri dai 60 secondi ai 2 minuti al massimo.
Citando le parole di Alberto Di Stefano (Station Manager di Dimensione Suono Roma) la durata di un intervento è inversamente proporzionale alla sua efficacia: più si parla, più aumenta il rischio di disperdersi in chiacchiere di scarsa rilevanza.  Effettivamente ascoltare un monolgo di 5-6 minuti potrebbe diventare noioso, a meno che lo speaker non sia dotato di incredibili doti da intrattenitore e non sappia stupire l'ascoltatore più di una volta nel corso del proprio discorso. Abilità piuttosto rare al giorno d'oggi, anche perchè gli ascoltatori non si stupiscono più di niente.
Discorso diverso per le conduzioni a due voci, dove si può "sforare" la durata media di un talk e arrivare ai 3 - 4 minuti al massimo, anche se capita spesso di ascoltare interventi che superano I 6 minuti. Sconsigliatissimi.

REGOLA N°4: NON IMPOSTARE LA VOCE, CONCENTRATI SUI  CONTENUTI 
La quarta regola fondamentale che secondo noi uno speaker radiofonico dovrebbe seguire è: non impostare la voce ma concentrati su quello che stai dicendo. Capita spesso - di solito all'inizio della propria carriera da speaker - di bearsi della propria voce senza curare molto i contenuti. Si imposta la voce sulle modalità più basse, si parla "dentro" il microfono per aumentarne la suadenza, ci si esprime con quell'effetto "super impostato". Se ti ritrovi in questa descrizione, tranquillo è un errore comunissimo a tanti speaker. 
Uno speaker dovrebbe parlare in maniera estremamente naturale, come se stesse parlando ad un amico in strada (eliminando espressioni dialettali e parolacce ovviamente) e concentrarsi molto su quello che sta dicendo. Spesso i contenuti vanno in secondo piano perchè si crede che una bella voce sia sufficiente a "reggere l'ascolto". Sbagliatissimo.

REGOLA N°5: PENSA ALLE COSEGUENZE DI QUELLO CHE DIC
Siamo arrivati alla quinta regola fondamentale per ogni conduttore radiofonico: Pensa alle conseguenze di quello che dici. Non possiamo sorvolare su questa regola, tanto semplice quanto fondamentale. Capita al conduttore più bravo e professionale del mondo di dire cose non sempre vere e non sempre corrette e di "rischiare qualche rimprovero" o, peggio ancora, "una sanzione". Prima di parlare, prima di esprimere un giudizio, prima di dare un'informazione o di riverlare un gossip è opportuno essere sicuri di quello che si sta dicendoper assumersi tutte le responsabilità del caso.
Facciamo un esempio concreto: è recente la notizia del conduttore radiofonico Mario Corsi, conosciuto come Marione, condannato per aver dato del gay ad un ex calciatore della Juventus durante una trasmissione radiofonica. Adesso il conduttore radiofonico dovrà pagare una multa salata, le spese del giudizio e risarcire la parte lesa in sede civile. Riteniamo che questo esempio sia molto eloquente ed esprima il senso della quinta regola di un conduttore radiofonico: Pensa alle coseguenze di quello che dici

REGOLA N°6: ATTENZIONE ALLE PRONUNCE STRANIERE 
Tra le tante regole che ogni conduttore radiofonico è tenuto a rispettare c'è quella che riguarda i termini stranieri: bisogna fare molta attenzione alle pronunce straniere, non solo ai titoli delle canzoni ma anche ai nomi di attori, musicisti, registi e personaggi vari. Ci si aspetta che "uno che parla alla radio" sappia quale sia la pronuncia esatta di un nome straniero,  purtroppo però questa aspettativa viene spesso smentita dagli strafalcioni verbali che sentiamo spesso in radio.
Prima di pronunciare un nome straniero, se non si è sicuri al 100% di sapere la pronuncia esatta, è bene informarsi. "Si, ma dove lo trovo un inglese o un francese che mi sappia dire come si pronuncia quel nome?!" Ecco alcuni metodi:
Prova a scrivere il nome che cerchi su YouTube. Ad esempio se non sei sicuro su come si pronuncia il nome di Scarlett Johansson, prova a scrivere  "Scarlett Johansson Interview" su Youtube, troverai quasi sicuramente un video americano in cui qualcuno "pronuncia" il nome di Scarlett in maniera corretta e potrai imitarlo.  
Consulta il sito "ComeSiPronuncia.it: è un sito gestito da italiani, dove è possibile ascoltare la pronuncia corretta dei nomi e congnomi di personaggi internazionali, quali cantanti,sportivi, attori, politici, artisti e musicisti.
Consulta il DOP Online (Dizionario di Ortografia e Pronunzie): in caso di pronunce italiane poco chiare, consulta il sito del DOP, utilissimo per sfatare ogni dubbio. Oltre a leggere la fonetica delle parole è possibile anche ascoltare la pronuncia da un apposito player. Un sito veramente molto utile.
Consulta il sito "How J Say - il vocabolario parlato": un sito internazionale dove basta inserire la parola da pronunciare, scegliere la lingua e ascoltare la pronuncia. Fantastico.

REGOLA N°7: DAI IL GIUSTO PESO ALLE PAROLE 
Tra le tante regole da rispettare per uno speaker radiofonico c'è anche questa: dare il giusto peso alle parole. Vuol dire "utilizzare le parole giuste al posto giusto". Spesso gli speaker tendono ad enfatizzare le notizie esagerando e pompandole con aggettivi ed espressioni eccessive. Mai estremizzare i toni. Facciamo qualche esempio per chiarire:
Esempio n°1: "Domani uscirà un libro favoloso: la nuova autobiografia di Tiziano Ferro". Secondo voi dove sta l'errore? Ovviamente nell'usare un aggettivo decisamente esagerato per un'autobiografia, con tutto il rispetto per Tiziano Ferro, dubito che sia un libro "favoloso", o per lo meno saranno i lettori a dare questo giudizio così generoso.
Esempio n°2: "Oggi parliamo di horror, è stata una strage di spettatori quella fatta da San Valentino di Sangue in 3d, sembra che sia uno dei film più terrificanti della storia del cinema". Bè, il tono è decisamente esagerato, dubito che un film possa fare una "strage" (parola eccessiva) e che sia "il più terrificante della storia del cinema". Non enfatizziamo troppo, meglio essere onesti.
Esempio n°3: "Sta per partire la grande notte di Radio XXX, 5 successi senza interruzioni e....". Descrivere una programmazione notturna con 5 brani di fila e 3 interventi dello speaker una "GRANDE NOTTE" mi sembra davvero un'esagerazione. E' molto più onesto dire "Sta per partire la notte di Radio xxx con 5 successi...." Evitando di suscitare illusioni nel pubblico.

REGOLA N°8: MAI NOMINARE RADIO CONCORRENTI 
L'ottava regola per uno speaker radiofonico, tanto semplice quanto ovvia, non è poi così scontata: Mai nominare radio concorrenti! E' come se durante la Barilla durante una propria pubblicità nominasse la De Cecco, ricordando agli ascoltatori che esiste un'altra marca di pasta concorrente, assurdo no?!
Non è poi così assurdo se vi ricordate del caso recentissimo di Marco Santin (Gialappa's Band) che durante il programma 'Grazie per averci scelto' su Radio 2, ha invitato gli ascoltatori a seguire lui, Carlo Taranto e Giorgio Gherarducci, alias la Gialappa’s band, sulle emittenti Rtl 102.5 e Radio Deejay, dove i tre presentavano dei programmi quotidiani dedicati al Campionato del Mondo di Calcio. Flavio Mucciante, direttore di Radio 2, ha deciso di ‘cacciarlo fuori’ dalla sua emittente e ha immediatamente chiuso il programma. Nessuno si sarebbe mai aspettato una tale leggerezza da parte di un professionista del calibro di Marco Santin. Quindi, che sia da monito per tutti i conduttori radiofonici, evitare assolutamente di nominare radio concorrenti.

REGOLA N°9: NON PARLARTI ADDOSSO
Ancora una regola molto importante per tutti i conduttori radiofonici che si affacciano a quest mestiere: Non parlarti addosso.
Spesso chi lavora in radio, dimentica che dall'altra parte c'è qualcuno che ascolta, che si emoziona, che critica e che giudica quello che sta ascoltando. L'errore tipico è quello di "parlarsi addosso" cioè di parlare di se stessi in continuazione ponendosi ad un piano superiore rispetto a chi ascolta. Questo modo di fare, che a piccole dosi è accettabile, diventa antipatico se ripetuto di continuo perchè crea una sorta di barriera tra "io che parlo" e "tu che ascolti".  L'impressione nell'ascoltatore è che il conduttore pensa che "la sua storia", cioè gli episodi della sua vita, siano talmente importanti da doverli condividere con tutti: il conduttore parla di se come se l'ascoltatore fosse un suo fan sfegatato interessato a tutto quello che gli capita nella vita. Ci dispiace dover disilludere qualcuno, ma non è così.
Il "parlarsi addosso" è consentito a chi realmente ha raggiunto un livello talmente alto da poterselo permettere (vedi Linus che parla dei suoi figli e delle sue corsette mattutine, vedi Fabio Volo che ci racconta le sue esperienze di viaggio e tanti altri speaker di un certo livello).  Per un conduttore radiofonico comune, il parlarsi addosso è un rischio,  può risultare antipatico a chi ci ascolta e ottenere l'effetto contrario: invece di coinvolgere, allontana. Ciò non vuol dire che non bisogna mai parlare di se stessi ed esprimere proprie opinioni , ma è bene farlo con la dovuta parsimonia.

REGOLA N°10: SCANDISCI BENE LE PAROLE
Una regoletta da non sottovalutare per tutti gli speaker e i conduttori radiofonici è quella che riguarda lo scandire bene le parole. L'ascolto radiofonico di solito è un ascolto distratto e rapido non sempre chi ci ascolta riesce a captare tutte le parole di uno speaker, a maggior ragione se lo speaker parla in maniera veloce e si mangia le parole o le accorcia, non le scandisce e non si corregge quando sbaglia.
Un conduttore radiofonico è pagato per pronunciare bene ogni singola parola, ogni tanto ci può stare l'errore o la distrazione  ma è buona regola correggersi, scusarsi e, se il caso lo prevede, ripetere la parola detta in maniera poco precisa. Servirà anche per riattivare l'attenzione di chi ci ascolta, sbagliare è umano, correggersi è professionale.http://www.radiospeaker.it/blog/regolespeaker.html
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